LE CHIESE DI PIARIO
Nel corso del XV secolo Piario si dota di una chiesa (o ingrandisce una precedente, come antichi resti di fondamenta lascerebbero pensare) i cui affreschi recano la data 1466 e 1494. I recenti scavi archeologici nel cimitero medievale e postmedievale, finanziati dal Comune di Piario, hanno messo in luce una stratificazione complessa che va dai primi del XV secolo alla metà del Settecento. La torre campanaria, sobria ed elegante struttura in pietra squadrata, risale al 1499 e porta un concerto di cinque campane del 1799-1809, benedette dal vescovo P.L. Speranza, originario di Piario.
Sempre territori facenti parte del Comune di Clusone, Piario, Villa d’Ogna e Oltressenda Alta, assieme a Rovetta, si staccano solo nel XVII secolo. La dichiarazione è del 14 dicembre 1636; undici anni dopo avviene l’ulteriore divisione fra Oltressenda Alta e Bassa e pare solo a fine Settecento la separazione fra Piario e Villa d’Ogna. Il 25 marzo 1929, in pieno regime fascista, avviene un’altra unione delle due Comunità, divise di nuovo il 27 giugno 1958.
Dal Liber Mortuorum della Parrocchia leggiamo una curiosità: “18 febbraio 1710. Un certo soldato boemo di circa 24 anni è morto, il cui nome si ignora, confessato da me a gesti, fornito del sacro viatico e avendogli data l’estrema unzione, è stato sepolto nel cimitero”, segno del passaggio di soldati austriaci, forse in concomitanza con la Guerra di Successione Spagnola (1702-1714).
Nel 1714 l’Imperatore Carlo VI concede anche ai commercianti di Piario “che a causa dei loro negozi possano condurre e dimorare senza alcuna molestia o impedimenti in tutte le province dell’impero, con armi e cavalli, per il commercio dei panni e del ferro in Moravia, Austria e Boemia…”.
È del 1774 una contesa con Giuseppe Ginammi di Gromo sullo sfruttamento di un canale per le fucine, contesa sciolta con risoluzione del Senato di Venezia a favore del nobile di Gromo.
Nel 1801 nella contrada Candrietti venne alla luce Pietro Luigi Speranza, consacrato Vescovo di Bergamo dal beato Pio IX nel 1853 e rettore della cattedra episcopale fino alla morte, sopraggiunta nel 1879. Uomo forte e severo, fu figura centrale del Risorgimento lombardo negli anni dell’Unità di Italia. Il suo cenotafio, opera marmorea di Luigi Pagani, è custodito nel Cimitero di Piario.
Nel 1914, quando il Vescovo Giacomo Maria dei Conti Radini-Tedeschi soggiornò per poco tempo a Piario, visitò il paese anche il segretario episcopale Angelo Giuseppe Roncalli, il futuro beato Giovanni XXIII.
Il monumento che racchiude il maggior numero di opere d’arte è certo la Chiesa parrocchiale, dedicata al culto di Sant’Antonio Abate e nelle forme attuali risalente ad un restauro del 1671. La struttura è dotata di finissimi affreschi quattrocenteschi, raffiguranti la Vergine in trono, S. Giovanni Battista, S. Gottardo vescovo, S. Bartolomeo e la Crocifissione. Risalente probabilmente all’ultimo quarto del Quattrocento è una tempera su tela, opera più unica che rara, attribuita a Giacomo Borlone de Buschis, autore della Danza Macabra e Trionfo della Morte di Clusone: rappresenta la Natività di N.S., santo vescovo e un devoto. Fra le opere di pregio conservate nel tempio bisogna annoverare l’altare della B.V. del Rosario realizzato da Grazioso Fantoni il Giovane nel 1774-75; l’altare maggiore, opera di Gian Giuseppe Piccini da Nona del 1690-1710; l’organo Francesco Bossi del 1796 (850 canne e 21 registri) e la bella tela del Suffragio di Domenico Carpinoni, risalente al secondo quarto del XVII secolo.
Estratto da un documento redatto dal
Dott. Daniele Salvoldi